Riabilitazione cognitiva

I BENEFICI DELL’ALLENAMENTO MENTALE: MIGLIORARE I PROCESSI COGNITIVI

Quando il nostro cervello subisce danni

La riabilitazione cognitiva, anche chiamata riabilitazione neuropsicologica, si sviluppa nell’ambito della neuropsicologia, un settore delle neuroscienze che studia la base neuronale delle funzioni mentali e gli effetti delle lesioni cerebrali su di esse.

In sostanza, quando siamo impegnati nello svolgimento di un compito (ad es. ricordare un numero telefonico o un appuntamento, parlare, ascoltare, ragionare, svolgere due attività allo stesso tempo) si attivano delle aree specifiche del nostro cervello che sottendono il funzionamento cognitivo necessario allo svolgimento di quel compito. Se una persona, a seguito di un trauma o di una patologia, ha subito una lesione cerebrale (o un’alterazione dei tessuti cerebrali) che coinvolge l’area neuroanatomica di quella specifica funzione cognitiva, è possibile che non sia più in grado di svolgere quel compito.

Stimolare le abilità cognitive compromesse

Spesso, la compromissione del funzionamento di determinati circuiti cerebrali può generare anche deficit comportamentali.

In questa prospettiva, la riabilitazione cognitiva si configura come un processo terapeutico rivolto a persone con deficit cognitivo-comportamentali, che ha lo scopo di:

  • ottenere il massimo grado possibile di autonomia della persona; 
  • migliorare il livello complessivo di funzionamento della persona;
  • migliorare la qualità di vita della persona e della sua famiglia.
    (Wilson, 1997, 2002; Mazzucchi, 1999).

Le competenze professionali che ho maturato in ambito clinico tramite un master in neuroscienze cliniche e l’esperienza lavorativa maturata all’interno di un centro per la riabilitazione di pazienti con Cerebrolesioni Acquisite Gravi (GCA), mi consentono di offrire dei servizi di valutazione, diagnosi e riabilitazione cognitiva ad adulti ed anziani.

Nello specifico, mi rivolgo a:

  • adulti con lesioni cerebrali acquisite, con patologie cerebrali focali o diffuse che hanno compromesso una o più funzioni cognitive e/o comportamentali
  • anziani con invecchiamento fisiologico normale
  • anziani con declino cognitivo lieve
  • anziani con patologie neurodegenerative (come le demenze: malattia di Alzheimer, demenza fronto-temporale o malattia di Pick, demenza arteriosclerotica, sindrome di Korsakov, demenza vascolare, demenza a corpi di Lewy, demenza della malattia di Parkinson, ecc. )

Le categorie a cui mi rivolgo