MIO FIGLIO NON È PIÙ QUELLO DI PRIMA.
NULLA DI GRAVE, STA SOLO CRESCENDO!
Che cosa succede nella fase di vita compresa tra i 13 e i 19 anni? Perché ad un tratto i nostri figli sembrano cambiati, incomprensibili, a volte persino inavvicinabili? Perché cominciano a contestare pensieri e comportamenti dei genitori? Perché in questa fase di età si manifestano sbalzi d’umore apparentemente ingiustificati?
Nell’ambito della psicologia dell’età evolutiva, sono state formulate teorie e compiute osservazioni e ricerche sulle fasi di sviluppo più significative, giungendo a delineare le caratteristiche cognitive, affettive e sociali dell’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza.
Puoi leggere qui di seguito alcune caratteristiche della preadolescenza e dell’adolescenza.
PREADOLESCENZA (11-13 anni): LA METAMORFOSI
In questo periodo, chiamato anche della pubertà, il corpo subisce delle trasformazioni per via della maturazione dell’apparato sessuale, che comporta:
- nelle ragazze l’allargamento dei fianchi, la crescita del seno, dei peli pubici e l’accrescimento del peso e dell’altezza
- nei ragazzi l’abbassamento del tono della voce, la crescita dei peli pubici e l’accrescimento del peso e dell’altezza
Ad un livello psicologico, l’inizio dei cambiamenti corporei genera apprensioni e insicurezze, il corpo cambia ad una velocità tale che il giovane non ha il tempo sufficiente per accettare ed elaborare tali cambiamenti. Apprensioni e insicurezze possono riflettersi sul comportamento con la caduta temporanea della concentrazione e un rendimento scolastico altalenante.
Tutti abbiamo vissuto queste modificazioni, ma una volta adulti il ricordo di quelle fasi di transizione quasi svanisce. Si fatica a ricordare quanto quei cambiamenti ci hanno destabilizzato, quanto ci siamo sentiti goffi e quanto timore ed imbarazzo abbiamo provato di fronte ai nostri coetanei. Quando i nostri figli manifestano preoccupazione o ansia, dovremmo recuperare quei ricordi e farne tesoro per sentirci più vicini a loro e per essere più comprensivi.
ADOLESCENZA (13-19 anni): IL MITO DEL SUBBUGLIO
Uno dei principali aspetti che caratterizza il comportamento dei nostri figli adolescenti è quello dell’oppositività che genera turbolenza, inquietudine e ribellione.
Da dove nasce tutto questo trambusto? Nasce da una rivoluzione che avviene contemporaneamente su più piani
Piano fisico:
sul piano fisico lo sviluppo non avviene solo a livello anatomico, ma anche a livello delle alterazioni ormonali che spinge i ragazzi verso le prime esperienze sessuali, senza aver ancora sviluppato una maturità cognitiva, emotiva e sociale che gli consenta di elaborare l’esperienza e affrontarla con consapevolezza. Le alterazioni ormonali sono anche responsabili degli sbalzi di umore ai quali quasi tutti i genitori hanno avuto modo di assistere.
Piano cognitivo:
l’adolescente entra in una modalità di ragionamento più complessa. Non è più legato al pensiero concreto della fanciullezza, centrato sul presente, al contrario allarga la sua prospettiva temporale e diventa capace di elaborare il passato e prefigurarsi il futuro.
Piano emotivo ed affettivo:
l’adolescente comincia ad investire in relazioni al di fuori della cerchia familiare impegnandosi anche in relazioni intime. Cominciano ad acquisire centralità i rapporti di amicizia e d’amore autonomamente scelti e coltivati.
Piano sociale:
il mondo dell’adolescente, che fino a poco tempo prima era circoscritto alla cerchia familiare, diventa un mondo sempre più sociale. È il momento in cui si iniziano a vedere i propri figli soltanto nell’orario dei pasti e si comincia ad usare la nota interiezione genitoriale ‘questo non è un albergo’! Il punto di riferimento dei giovani diventa il gruppo, la cerchia di amici dove elaborano regole condivise e diverse da quelle familiari.
Le trasformazioni cognitive, emotive e sociali dell’adolescente comportano in sostanza la definizione di un’identità. Per conquistare una propria identità il giovane deve necessariamente vivere un processo di separazione-individuazione:
- separazione dalla famiglia: l’adolescente desidera ampliare il raggio di relazioni esterne alla famiglia e gestirle autonomamente
- individuazione: l’adolescente delinea più chiaramente i propri interessi, i propri principi di interpretazione della realtà e la propria personalità. Questo processo avviene tramite una contestazione dei modelli ricevuti e una messa in discussione dell’autorità genitoriale, scolastica e sociale.
ESSERE O NON ESSERE?
Il processo di separazione-individuazione rappresenta un momento di crisi e ambivalenza per il giovane: egli si trova a vivere una condizione di divisione tra il contesto familiare (dal quale cerca l’emancipazione, ma del quale ha ancora bisogno) e il gruppo dei pari (all’interno del quale costruisce una propria cultura adolescenziale, i cui valori sono spesso in contrasto con quelli della cultura adulta).
CI SI METTONO ANCHE I NEURONI!
Se a tutti i cambiamenti sopra elencati, aggiungiamo quanto emerso da studi recenti in ambito scientifico riguardo alle modificazioni cerebrali in fase di sviluppo, riusciamo a farci un’idea più precisa del perché si manifestino certi comportamenti negli adolescenti.
Il lobo frontale rappresenta la parte più evoluta del cervello umano e sottende importanti funzioni come la pianificazione, il controllo cognitivo, il decision-making (la capacità di prendere decisioni), la riflessione critica e molto altro.
Questa parte del cervello ha una maturazione tardiva, si stima infatti che maturi completamente a circa 21 anni. Questo dato spiega le ragioni per le quali ad esempio i giovani siano contraddistinti da un comportamento più disinibito, meno pianificato e più orientato al rischio rispetto ai soggetti più adulti, tipicamente caratterizzati da maggiore attività riflessiva.
VORREI QUINDI TRANQUILLIZZARE TUTTI I GENITORI:
NEL PROCESSO DI CRESCITA DEI VOSTRI FIGLI UN COMPORTAMENTO ‘FUORI DALLE RIGHE’ È NORMALE! È IMPORTANTE PERÒ ACCOMPAGNARLI IN QUESTA FASE DI VITA MOLTO DELICATA, FACILITANDO IL PROCESSO DI CAMBIAMENTO.
QUANDO I CAMBIAMENTI IMPLICANO COMPORTAMENTI ESTREMI
IL RISCHIO IN ADOLESCENZA: MAMMA, NON VOGLIO MANGIARE!
Gli adolescenti possono intraprendere vari percorsi per sviluppare una propria identità. Alcuni di questi percorsi possono rivelarsi maggiormente a rischio perché espongono l’adolescente ad elevate probabilità di compromettere lo sviluppo presente e futuro. Elenco qui di seguito i maggiori fattori di rischio:
- Comportamenti problematici: ad esempio l’uso di droga, la violenza, il fumo, l’abuso di alcol e il sesso precoce
- Comportamenti che compromettono la salute: ad esempio la dieta povera o l’esercizio fisico insufficiente
- Problemi di salute mentale: ad esempio l’ansia e la depressione
- Prestazioni di ruolo non adeguate: ad esempio il fallimento, l’abbandono scolastico e gli scarsi risultati sul lavoro
Alcuni comportamenti a rischio sono più difficilmente visibili ed individuabili, mi riferisco ad esempio a sentimenti depressivi, di frustrazione, di stress e di malessere. Lo psicologo può valutare se tuo figlio nasconde queste forme di disagio.
SE NOTI CHE TUO FIGLIO METTE IN ATTO UNO O PIÙ DI QUESTI COMPORTAMENTI È NECESSARIO RIVOLGERSI SUBITO AD UN PROFESSIONISTA. UN INTERVENTO PRECOCE HA MAGGIORE PROBABILITÀ DI RISTABILIRE L’EQUILIBRIO NECESSARIO AD UN SANO SVILUPPO
QUANDO I RICONOSCIMENTI FANNO BENE ALLA CRESCITA
FATTORI DI PROTEZIONE IN ADOLESCENZA: PAPÀ, OGGI HO PRESO OTTO IN ITALIANO!
I maggiori fattori di protezione sono:
- la famiglia: rappresenta un punto di riferimento e può influenzare positivamente lo sviluppo del giovane attraverso modelli positivi di adulto che essa propone e attraverso lo stile educativo messo in atto dai genitori. Tengo a precisare che la famiglia può rappresentare anche un fattore di rischio quando è caratterizzata da fortissimi legami di dipendenza in cui non si incoraggia la crescita e il raggiungimento dell’autonomia, oppure quando non c’è senso di appartenenza e i membri sono completamente indipendenti l’uno dall’altro
- il gruppo di coetanei: rappresenta l’ambiente in cui il giovane può confrontarsi con i suoi pari che sono portatori di nuovi valori rispetto a quelli presentati dalla famiglia
- la scuola: a scuola il giovane sperimenta la soddisfazione in termini di risultati e di relazioni con i compagni, ma sperimenta anche la predisposizione e la condivisione di regole fondamentali e le relative sanzioni in caso di infrazione.
- variabili personali: l’adolescente può presentare delle specifiche caratteristiche cognitive, relazionali e comunicative tramite le quali riesce ad affrontare in modo efficace le richieste e i cambiamenti della vita
Lo psicologo può aiutarti ad analizzare tutti questi aspetti, a valutare se sono funzionali per un sano sviluppo oppure, in caso contrario, intervenire per predisporre delle condizioni di crescita migliori.
Fonti:
- Di Giorgio S., (2021) Esame di Stato 2021, Prima Prova, Independently published
- Làdavas E., Berti A., (1995) Neuropsicologia, Bologna, Il Mulino