Riabilitazione cognitiva anziani
TENere la mente allenata per una migliore qualità della vita.
A chi mi rivolgo
Le persone alle quali mi rivolgo sono gli ultrasessantacinquenni che hanno voglia di lavorare e di sottoporsi a training cognitivi per tenere attiva la propria mente.
Nello specifico mi rivolgo a:
- persone con invecchiamento normale, cioè tutti coloro che non lamentano problemi di memoria o problemi cognitivi in generale, ma che vogliono attivarsi per prevenire eventuali decadimenti cognitivi o per tenersi impegnati mentalmente;
- persone con decadimento cognitivo lieve, cioè tutte quelle persone che notano lievi alterazioni del funzionamento cognitivo, ma che continuano a conservare una buona autonomia nelle attività di vita quotidiana;
- persone con patologie neurodegenerative, ovvero tutte quelle persone che si collocano negli stadi iniziali e intermedi di malattie neurodegenerative (come le demenze: malattia di Alzheimer, demenza fronto-temporale o malattia di Pick, demenza arteriosclerotica, sindrome di Korsakov, demenza vascolare, demenza a corpi di Lewy, demenza della malattia di Parkinson, eccetera )
Quali sono gli obiettivi?
over 65 con invecchiamento normale o con declino cognitivo lieve
Nel caso degli over 65 con invecchiamento normale o con declino cognitivo lieve, l’obiettivo non è tanto ri-abilitare le funzioni perdute, quanto sollecitare il lavoro mentale attraverso l’utilizzo di varie attività per attivare e mantenere operative le varie funzioni cognitive come ad esempio l’attenzione, la memoria, il ragionamento logico e così via. In questo modo, è possibile prevenire un eventuale peggioramento del funzionamento cognitivo.
over 65 con demenza
Nel caso degli over 65 con demenza, l’obiettivo è quello di rallentare il più possibile la perdita delle capacità cognitive non ancora intaccate dalla malattia. Infatti, il training cognitivo mira ad allenare le abilità cognitive residue e ad esercitare le funzioni compromesse utilizzando delle facilitazioni finché possibile.
Quali sono gli obiettivi?
over 65 con invecchiamento normale o con declino cognitivo lieve
Nel caso degli over 65 con invecchiamento normale o con declino cognitivo lieve, l’obiettivo non è tanto ri-abilitare le funzioni perdute, quanto sollecitare il lavoro mentale attraverso l’utilizzo di varie attività per attivare e mantenere operative le varie funzioni cognitive come ad esempio l’attenzione, la memoria, il ragionamento logico e così via. In questo modo, è possibile prevenire un eventuale peggioramento del funzionamento cognitivo.
over 65 con demenza
Nel caso degli over 65 con demenza, l’obiettivo è quello di rallentare il più possibile la perdita delle capacità cognitive non ancora intaccate dalla malattia. Infatti, il training cognitivo mira ad allenare le abilità cognitive residue e ad esercitare le funzioni compromesse utilizzando delle facilitazioni finché possibile.
Dinamiche dell’invecchiamento cerebrale.
L’invecchiamento e l’ammutinamento delle cellule
È risaputo che dai 30 anni in poi il nostro corpo comincia ad entrare nella fase dell’invecchiamento e cioè nel processo graduale di deterioramento del nostro programma genetico.
Ciononostante, con il progresso scientifico e il miglioramento delle condizioni di vita la nostra aspettativa media di vita si è allungata. Ne sa qualcosa la Signora Italica Grondona ovvero nonna Lina di Genova, la quale alla veneranda età di 102 anni è recentemente guarita dal COVID-19.
Che cosa succede al nostro cervello quando invecchiamo?
IN TEORIA
Cellule e neuroni cominciano a diminuire, ma non preoccupatevi, perché avete cento miliardi di neuroni, e quando uno muore i vicini generano connessioni alternative e, entro certi limiti, ripristinano le condizioni precedenti. In alcuni casi ne nascono addirittura di nuovi, con tutti i loro collegamenti.
La diminuzione dei neuroni porta anche ad una modificazione strutturale e funzionale di alcune parti del cervello, alterando l’efficienza del funzionamento cognitivo della persona.
IN PRATICA
Diminuisce la velocità di processamento ed elaborazione degli stimoli.
Significa che da grandi i nostri tempi di risposta, rispetto alle varie richieste ambientali, saranno maggiori rispetto a quelli di un giovane.
La memoria declina con l’età.
Ve ne accorgerete quando comincerete ad attaccare post-it ovunque o a mormorare tra voi ‘come si chiama quello lì?’, perché il nome ce l’avete sulla punta della lingua, ma non riuscite a ricordarlo.
Alcuni di voi che stanno leggendo e non rientrano ancora nella categoria degli over 65 si staranno chiedendo, ma allora ho qualcosa che non va? Perché anche a me è capitato di non ricordare il nome di qualcuno che conosco ed è capitato di usare dei post-it! Tranquilli! Dovrebbe allarmarvi solo se vi accade con una frequenza elevata. Altrimenti, capita a tutti di dimenticare nomi e di aiutarsi con note scritte per stare dietro a tutti gli impegni della vita quotidiana!
Verso i settant’anni, le capacità mnemoniche e di ragionamento subiscono un calo, così come la capacità di organizzare e pianificare le attività della vita quotidiana.
Esiste un antidoto per l’invecchiamento del cervello?
Purtroppo non esistono antidoti, ma potete rallentare il decadimento esercitando le cellule grigie, i neuroni che, in alta concentrazione, formano la materia grigia.
Un’altra buona notizia è che la straordinaria capacità del cervello di modificarsi e ristrutturarsi in risposta all’ambiente e a nuovi stimoli non è una caratteristica esclusiva dei primi anni di vita, come si riteneva fino a qualche tempo fa, ma si manifesta lungo tutto l’arco di vita, seppure con una riduzione progressiva.
Questo significa che, se facciamo lavorare il nostro cervello, lui per rispondere alle nostre richieste dovrà tenersi attivo e rallentare il suo naturale decadimento fisiologico.
Mettiti alla prova, porta in palestra i tuoi neuroni, partecipa al progetto ‘Vivere Attiva-Mente nella terza età‘!
Il mio obiettivo è il tuo benessere psicologico
se hai dubbi o domande, ti invito a contattarmi telefonicamente o via mail.